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NON C’È NIENTE DI BELLO NELL’ESSERE DISOCCUPATI

Tutti i manuali di ricerca lavoro insistono su due o tre elementi: bisogna essere positivi, bisogna crederci e non mollare mai.

Ma come fai ad essere positivo quando perdi il lavoro che per te era importante, che ti assicurava tranquillità economica, che ti dava uno status sociale? Non avresti mai pensato di essere disoccupato, vero?

Vorresti riavere subito il tuo vecchio lavoro o, almeno, uno simile. E invece no. Pensi di avere poco tempo, visto che le scadenze sono diventate più pesanti, i mutui corrono, le rate digrignano i denti. E quando ti dicono di non aver fretta, vorresti urlare la tua rabbia.

Non ti importa di fare corsi, di rivedere il cv, di analizzare le tue competenze. Sono tutte cose che conosci già e che non ti servono. Quello che ti serve è un maledetto lavoro. 

Subito. 

Non puoi permetterti di perdere tempo. E, quando ti sei calmato un poco, cominci a spedire il tuo vecchio cv e provi a parlarne con qualche amico: chissà mai che non ti proponga qualcosa. Ma, con il tempo, vedi che le cose non funzionano come pensavi; da un lato proposte ignobili per il tuo livello, dall’altro nessuno che ti risponda. Così, magari, ti trovi ad aver spedito decine e decine di cv senza avere un riscontro. E capisci di far parte di un nuovo gruppo: quelli che non lavorano, i disoccupati, quelli che hanno bisogno di un sussidio, un aiuto. 

Ma ti dicono che devi essere positivo.

Sono tempi difficili per trovare lavoro; ah! C’è stato un momento in cui era facile? Credo che tutti noi abbiamo sempre sentito dire che siamo in crisi, che è un brutto momento di passaggio, che le cose sono più difficili di un tempo. 

Da quando comincio a capire le cose ho sempre sentito parlare di momenti di crisi e epoca di passaggio. Certo, questo passaggio si è fatto un po’ lungo…

Ho capito una cosa: crisi c’è quando tu hai difficoltà. Ma se provi a vedere il mondo da un punto di vista diverso le difficoltà possono diventare opportunità. Per te. 

Ricordi il periodo COVID? Quanto tempo siamo rimasti chiusi in casa, impossibilitati ad uscire se non per necessità. Passavamo il tempo a… non fare niente. Inizialmente magari era una esperienza diversa, nuova, magari anche divertente per alcuni, ma poi? Poi ci siamo inventati tutte le scuse possibili per uscire: devo fare la spesa, devo fare jogging, devo andare in farmacia, voglio andare al lavoro!

Sei entrato in una categoria di persone che, forse, non ti aspettavi e che non fa certo piacere.

In realtà tu sei già qualcosa di diverso da un disoccupato. Avevi e hai ancora una vita al di fuori del lavoro; degli interessi, delle passioni, persone che ti stimano e che ti vogliono bene. Non hai perso nulla di tutto questo. 

Hai solo perso il lavoro. 

Momentaneamente.

Fare qualcosa per trovare un nuovo lavoro sarà la tua medicina. 

É arrivato il momento di raccogliere le tue forze mentali e darti da fare. Dovrai fare cose, pensare e decidere. 

Quindi taglia quello che non serve, quello che ti fa stare male adesso, per poterti concentrare sulle cose nuove che dovrai fare. 

Se ti dai un obiettivo e trovi gli strumenti per raggiungerlo, riesci a orientare la tua forza mentale e a stare meglio. Oltretutto, alla fine troverai il lavoro che cercavi. 

Per esempio, comincia a pensare a quello che ti piacerebbe fare: vuoi continuare a fare il lavoro di prima, ma in condizioni diverse? Vorresti cambiare completamente settore? Ti piacerebbe riprendere in mano una tua vecchia capacità? 

Usa la tua fantasia e la tua creatività. Potresti pensare che non servano, che non porteranno a risultati concreti subito. 

Ma ti aiutano a trovare nuovi obiettivi. 

Vuoi continuare a fare il lavoro di prima? Allora forse ti sarebbe utile seguire un corso di addestramento o di formazione per imparare cose nuove del tuo vecchio lavoro. 

E non dire che sai già tutto. 

Il mondo del lavoro cambia quasi di minuto in minuto e, forse, finché lavoravi non ti rendevi conto che quello che facevi era già superato: magari è proprio per questo che ti trovi in questa condizione. 

Se vuoi tornare nel tuo precedente ambiente professionale, fallo con nuove competenze e idee, se vuoi cambiare acquisisci altre capacità, che siano maggiormente adatte alla nuova occupazione che hai in mente. 

E poi, dove ti piacerebbe lavorare, davvero? Quella tale azienda ti piacerebbe? 

E poi: quale mansione potresti svolgere là dentro? Quale valore potresti portare? La tua esperienza potrebbe essere interessante? Potresti in qualche modo fare la differenza? 

Spiega! E se ti serve una mano… chiamami. Il mio compito è aiutare le persone che si sentono in difficoltà nella ricerca di lavoro.

Bella sfida, vero?

Benedetta Rinaldi: una di noi

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Benedetta Rinaldi è la conduttrice di Uno Mattina della RAI, in coppia con Franco di Mare.

O meglio era la conduttrice, perché la RAI non le ha rinnovato il contratto. Cose che càpitano, non c’era nessun obbligo di continuare il rapporto; semplicemente la direzione non ha ritenuto di non andare avanti con lei.

Certo, non è la stessa cosa di un mancato rinnovo del lavoro di un magazziniere o di un’impiegata o di un social manager; diverso anche da uno stage che non vuole diventare un lavoro vero.

O no?

I livelli sono certamente diversi, ma i comportamenti e le reazioni delle persone di fronte alla perdita sono uguali…

Un mancato rinnovo, inaspettato e improvviso, lo stupore, la rabbia e il dispiacere: a quante persone è capitato o capiterà?

Non me l’aspettavo – nessuno mi ha detto nulla – avrei dovuto capirlo – l’ho saputo indirettamente – mi hanno tenuto all’oscuro fino all’ultimo.

La sensazione di essere stati presi in giro, di essere stati usati, che un lavoratore o un altro siano la stessa cosa per l’azienda: le reazioni sono uguali, per una conduttrice famosa e per uno stagista.

Già, perché il lavoro NON è solo uno stipendio.

È la possibilità di progettare la propria vita, è avere la stima di noi stessi e le stima delle persone che ci circondano: familiari, amici, colleghi. Il lavoro è la propria realizzazione, è per questo che le persone si deprimono (ci restano male) quando lo perdono.

La vicenda di Benedetta Rinaldi è una lezione per tutti,  perché ci fa capire che abbiamo le stesse reazioni di fronte alla perdita del lavoro.

E quindi?

Tutti abbiamo dentro noi stessi le risorse per superare le difficoltà e trasformarle in opportunità. Dopo un naturale momento di tristezza o rabbia, dobbiamo prendere in mano la situazione e volgerla a nostro favore; lo dobbiamo a noi stessi. Fosse facile! la negatività inizialmente è più forte della positività, il dolore e la disillusione sembrano essere più forti di tutto il resto.

Però, questo è il momento per capire quali siano le nostre competenze, le nostre motivazioni, le cose che ci piace fare. Possiamo decidere se stare tra quelli che non ce la fanno o quelli che riescono a ripartire.

Paradossalmente perdere il lavoro può diventare il motivo per fare il punto su noi stessi, capire chi siamo e cosa vogliamo essere in futuro,  ma è anche l’occasione per capire chi sono le persone intorno a noi e come ci possono aiutare. 

Analisi e bilancio delle proprie competenze e uso corretto del networking, sono  gli strumenti per una ripartenza, per arrivare in un luogo migliore di quello che abbiamo lasciato.

Da solo io non ne sono capace: persone ed Enti mi hanno aiutato e il risultato è arrivato.