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Cassintegrato o Mobile? Lavoratore io ti cerco!

Lavoratori che vogliono rientrare. E lavorare.

Persone che non si danno per vinte.

Hai solo cinquant’anni? Riprenditi la vita: lavora bene!

Troviamo assieme il miglior lavoro possibile per noi!

Non ci rottama nessuno!
UP40! ci aiuta a ritrovare il nostro lavoro.

Aziende moderne e lavoratori sorpassati?

 Ci sono punti in comune tra l’azienda che prova a recuperare quote oppure che cerca di espandersi in nuovi mercati e un lavoratore?  Quanto c’è di simile tra un’azienda che deve reinventare il suo operare e un professionista maturo, momentaneamente fuori dal mondo del lavoro?

In un articolo pubblicato su l’Impresa n. 10 dell’ottobre ’15, Alfonso Fuggetta, tra le altre cose Amministratore Delegato di Cefriel, società che si propone di superare i gap tra le aziende e l’università per portare l’innovazione nei prodotti, nei servizi e nei processi, attraverso le tecnologie digitali, descrive come debba muoversi un’azienda in un mondo in veloce cambiamento. Quali sono le mosse che deve compiere un’azienda che non si accontenti di stare a galla, ma anzi voglia provare a nuotare?

E quali le mosse di un lavoratore  “fuori azienda”, un professionista, cioè, maturo dal punto di vista professionale con tutta la volontà di rientrare? Qualche volta sembra che la grande maggioranza delle persone che lavorano o che cercano lavoro non faccia che ripetere tentativi poco efficaci.

La nuova azienda e il lavoratore devono essere frugali, veloci e agili.

Per frugale si intende un’azienda che sappia applicare un processo di riduzione della complessità e del costo di un bene e della sua produzione; utilizzando, per esempio le tecnologie digitali. L’obiettivo è ottimizzare costi e investimenti. In definitiva le tecnologie (non più nuove ormai) digitali sono condizione necessaria e minima. Il lavoratore fuori azienda è in grado di essere frugale cioè semplice ed efficace nel processo di miglioramento delle sue competenze? Attenzione: semplice non va confuso con elementare o facile. Può stare assieme a comprensibile ed utilizzabile.

Velocità:  richiede una serie di cambiamenti organizzativi, culturali e tecnologici efficaci e profondi. L’azienda deve imparare a  prevedere i cambiamenti che il mercato chiede. Il lavoratore fuori azienda deve rapidamente capire quali sono le tendenze, quali sono le richieste del suo mercato di riferimento, costituito da determinate aziende e non da altre e da specifiche opportunità di lavoro: come dipendente che sa fare cose, che è in grado di portare risultati, ma anche come manager a tempo o consulente, per esempio.

Agilità: vuol dire aggiustare il “fare” in tempi rapidi adattando la risposta ai feed back che arrivano dal mercato, dai clienti, dalla concorrenza. Non serve correre a testa bassa: è necessario correre in modo intelligente sapendo cambiare immediatamente direzione non appena se ne ravvede la necessità o l’opportunità. Non semplicemente correre, ma farlo, in maniera ragionata. Il lavoratore fuori azienda si muove proattivamente o non fa altro che offrire le sue vecchie capacità professionali nello stesso modo?

Se l’obiettivo dell’azienda è stare sul mercato, qual è l’obiettivo del lavoratore? Semplicemente rientrare nel posto perduto?

Il mercato del lavoro, anche italiano, è in veloce movimento, la concorrenza particolarmente aggressiva in un periodo di crisi, la tendenza di medio periodo è difficilmente interpretabile, i clienti sempre più sfuggenti e difficili da accontentare, cioè: cosa vogliono le aziende dai lavoratori?

Il mondo è un enorme  VUCA: Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity . Lo abbiamo capito?

Le aziende investono nel capitale umano: cosa deve fare il capitale umano?Migliorare, aumentare, rinnovare le nostre competenze e le nostre motivazioni; siamo risorse di qualità e valiamo forse più di quello che costiamo.

Gli atteggiamenti vincenti sono:

  • cultura dell’ascolto: solo facendo grande attenzione a quello che clienti, utenti, colleghi comunicano, riusciremo a capire quali sono i bisogni e come intervenire per soddisfarli. Vince chi interpreta positivamente i bisogni, specie quelli nemmeno espressi.
  • cultura del rischio: non si può innovare e competere senza rischiare.  Quali saranno le tendenze e quindi le richieste nei prossimi mesi? In quale settore vale la pena investire per aumentare le proprie capacità? Frequentare un corso di formazione può essere particolarmente costoso: vale la pena sviluppare determinate conoscenze o va premiato l’essere pionieri nel proprio campo?
  • tecnologie abilitanti:  la  conoscenza e il concreto utilizzo, sia in fase di ricerca di opportunità che in fase di lavoro vero e proprio, sono condizioni assolutamente necessarie e ineludibili. Maneggiare strumenti come computer, tablet o smartphone non può continuare ad essere delegato ai “millennials” o a chi definiamo genericamente “giovane” o “portato”. Tutti i social network, per esempio, hanno al loro interno strumenti per conoscere se le persone alle quali mandiamo un cv lo leggono o no e quanto tempo gli dedicano;
  • networking: molte delle nostre difficoltà possono essere superate confrontandoci con colleghi che sono dentro o fuori l’azienda, con i quali siamo in grado di mantenere un rapporto di collaborazione continua ed efficace. Non solo conoscere le opportunità di lavoro, ma anche e soprattutto scambio di pratiche, di capacità, di strumenti. Utile per conoscere le tendenze, imparare l’uso delle tecnologie, sperimentare tecniche di colloquio efficace.
  • Business model:  qual è e quale può esser il nostro personale modello di business? E’ ancora valido quello che perseguivamo quando eravamo all’interno dell’azienda? Rientrare in azienda a fare quello che abbiamo ben fatto per dieci o venti anni è un obiettivo credibile, vendibile, o si tratta di reinventare modalità nuove? E quali? Cosa vogliamo essere da grandi? Ci stiamo muovendo bene?

Una non conclusione. Non possiamo puntare semplicemente al ritorno allo status quo, alla mitica età dell’oro. La volatilità si combatte con una “solidità fluida”, valori, atteggiamenti, conoscenze e comportamenti che costituiscano la nostra parte più solida e concreta ma declinata in maniera fluida, in grado cioè di essere adattata ai cambiamenti presenti e, se possibile, anche futuri. Se l’ambiente è incerto, ambiguo e volatile, tu non puoi essere rigido. Se finiste nelle acque gelate e turbinose di un torrente, l’unico modo per aver speranza di sopravvivere non sarebbe fare resistenza, ma provare ad assecondare il moto dell’acqua e muoversi con i flutti.

Chi mi aiuta a trovare un buon lavoro?

Sappiamo tutti come la crisi del lavoro abbia colpito, in Italia, donne, giovani, adulti. Ma quanti sono i Dirigenti, i Liberi Professionisti, i Funzionari e tutte le persone ad alta professionalità che sono rimaste per strada? Non se ne parla abbastanza di questa grande parte di competenze mature che sono uscite dalle fabbriche, dagli uffici o dai laboratori.

Persone laureate, diplomati ad alte prestazioni, con esperienza di dieci, quindici o più anni che, per un motivo o per l’altro si sono trovate senza lavoro.

Mica facile ricominciare a fare un lavoro dello stesso livello! Sembrano tutti più bravi, più attrezzati e, soprattutto, PIU’ GIOVANI.

NESSUNO MI AIUTA?

Così ci si deprime, così si cercano o si accettano lavori di livello anche molto più basso, mettendo da parte l’esperienza accumulata e tutte le capacità. È una perdita per le persone, per le comunità, ma anche per tutta la Nazione.

HAI SOLUZIONI PRONTE?

Dovrai cercare per conto tuo, riattivare i tuoi contatti, parlarne con gli amici, spendere tempo e denaro per mantenerti informato. Devi conquistare la possibilità di un colloquio, presentarti e forse sentirti dire che sei veramente molto bravo, che la tua esperienza è fantastica, che la tua disponibilità per gli spostamenti è un bel valore aggiunto…

Ma sei overskilled per quel posto.

COSA FACCIAMO E COSA VOGLIAMO DA TE?

Le cose cambiano. Qualche volta in meglio.

HAI BISOGNO DI ESPERTI. GRATIS

Chi siamo?

Persone che, come te, si sono trovate senza lavoro, con esperienza e capacità. Abbiamo capito che da soli non si fa niente o si fa molta più fatica. Siamo formatori, venditori, psicologi del lavoro, esperti di counselling, tributaristi, eccetera.

ECCO COSA POSSIAMO DARTI

  • Non un corso, ma un percorso di settimane.
  • Un curriculum nuovo.
  • La preparazione per il colloquio.
  • Gratuità.
  • Incontri settimanali per te.
  • Assistenza di esperti job searcher.
  • Sicurezza di trovare un buon lavoro.
  • Un premio per chi trova il proprio lavoro.
  • Gratuità (ah no, l’ho già detto).

 

TI  INTERESSA?

TI SEMBRA STRANO CHE SIA GRATIS?

PENSI CHE SIAMO PAZZI?

PENSI CHE RACCONTIAMO FROTTOLE?

SIAMO POCO PROFESSIONALI?

PROVA!

SCRIVI ADESSO, nello spazio dedicato ai commenti, oppure manda il tuo curriculum e una breve presentazione a

stefanopretoverona@gmail.com

TI CONTATTEREMO AL PIU’ PRESTO

Insomma, se hai almeno 40 anni, se sei laureato o pensi che la tua esperienza sia importante e non riconosciuta, se ti hanno chiuso la porta in faccia, SCRIVI ORA E RICORDATI CHE IL MIGLIORAMENTO E’ VICINO A TE.

Io sono una rana!

Sono una rana e sono dentro una pentola; siamo in tanti qui dentro, e diversi tra di noi: piccoli, grandi, giovani, anziani. Qualcuno sta più in basso, qualcun altro sta più sotto. Alcuni stanno bene, altri si lamentano, ma in genere nessuno pensa di andarsene.

Ultimamente, però, l’acqua si è scaldata; anzi è un po’ che continua a scaldarsi. Sempre di più, sempre un po’ di più, tanto che siamo diventati tutti belle rane rosse.

È una situazione antipatica, ma io che ci posso fare? Forse, a un certo punto, qualcuno di fuori, qualcuno che decide, si accorgerà di aver esagerato e abbasserà la temperatura, basterebbe aggiungere del ghiaccio. E così potremo riprendere la nostra vita di sempre, prima che cominciasse a fare così caldo.

È il punto di vista della rana, utilizzando la nota metafora. L’acqua si scalda continuamente, ma lentamente. La rana quasi non se ne accorge e si adatta continuamente ai piccoli cambiamenti, senza pensare che inesorabilmente finirà per essere cotta.

La crisi ci ha messo tutti nella situazione della rana. Solo che molti si ostinano a credere che, prima o poi, l’acqua tornerà a raffreddarsi. O che qualcuno arriverà e metterà le cose a posto. Insomma, si tornerà a lavorare e a guadagnare come prima.

In realtà siamo tutti rane dentro una pentola che ci sta cuocendo. Se non cambiamo in fretta finiremo cotti uno a uno. Qualcuno resisterà di più di qualcun altro, ma la fine è nota.

Cambiare significa rendersi conto che dobbiamo comportarci diversamente. Se il mio business o il mio lavoro non funzionano più, semplicemente devo uscire dalla pentola. Cioè cambiare. Forse il mio lavoro. Forse solo il modo in cui lo faccio. O i clienti che ho.

Facile.

Come per una rana lo è uscire da una pentola.

Unknown

Ps. se non conosci la storia della rana, vai qui: http://metaforeinmovimento.blogspot.it/2011/09/la-parabola-della-rana-bollita.html

Vita e lavoro

La vita è troppo breve per sprecarla con un brutto lavoro…

Considerazioni su formazione e apprendimento degli adulti

Quanto è difficile uscire dalla povertà

p’ come stare sulle sabbie mobili dei film: più sei in difficoltà e più affondi: probabilmente fa parte dell’esperienza quotidiana e del buon senso, ma, ora, abbiamo anche una spiegazione scientifica:

 Quanto è difficile uscire dalla povertà il bisogno fa scegliere per il peggio – Repubblica.it.

 

Se la crisi cancella una generazione – LASTAMPA.it

Ma siamo sicuri di aver voglia di migliorare? Un poco come i figli di gente famosa e importante, l’Italia è schiava del suo grande passato. Senza riuscire a immaginare un futuro. Continuiamo a sperare che tornino i vecchi tempi, così ci dimentichiamo di preparare il futuro.

Commercianti, imprenditori, lavoratori siamo in attesa che le cose “tornino” normali, come le avevamo conosciute anni fa. Ma non sarà più così e il resto del mondo lo sa e si sta già muovendo. Anche noi dobbiamo dire: “se non ora quando?”

Segnalo un articolo molto bello su cambiamento, crisi, opportunità. .Se la crisi cancella una generazione – LASTAMPA.it.

Lavoro per migliorare il mondo

Il mio lavoro? Migliorare il mondo.

Insomma, rendo più bella la vita delle persone.

La vita degli altri e la mia.

Sono un insegnante, sono una badante, sono un panettiere, sono un ingegnere. Sono un uomo e sono una donna.
Lavoro da solo e insieme agli altri. Dalla mattina alla sera e solo di notte. Sono flessibile e rigido, a tempo pieno e precario. Lavoro nel Pubblico e nel Privato.
Lavoro sotto sotto casa e faccio tanti chilometri ogni giorno.
Guadagno bene e appena il giusto.
Il mio obiettivo è rendere il mondo migliore. Almeno un poco.

Lo so bene che le grandi decisioni non le prendo io. Nessuno dei “grandi”, dei “poteri forti” o anche solo dei poteri medi o piccoli, chiede il mio consiglio. Anzi, se per un caso straordinario venissero a conoscerlo, non credo proprio che lo seguirebbero.

Non influisco sullo spread e il tasso di cambio euro/dollaro non lo decido io. Se la benzina aumenta, io devo solo pagarla.
Però contribuisco a migliorare il mondo.
Se mi porto a casa un sorriso, se ho migliorato anche di poco la giornata di una persona, se ti aiuto a capire il senso delle cose che fai.
Allora ho dato il mio piccolo contributo al miglioramento del mondo.
E’ piccolo, ma  non si cancella.
Come la farfalla che batte le ali qui e provoca un uragano là, le piccole cose che faccio lasciano il loro segno, da qualche parte.
Solo che siamo in tanti a farlo.

Se ti giri attorno e apri gli occhi ci vedi.

Metodologia della formazione delle persone

Studiare ho studiato: Università, Specializzazione, corsi formazione per formatori, gli autori più importanti: Rogers, Gestalt, Berne, PNL, psicologia umanistica, i docenti più conosciuti.

… E poi ho dimenticato tutto.

Lavorare sul campo CON le persone significa adattarsi all’individuo o all’azienda che hai di fronte, capire le sue esigenze e rispondere al meglio. Apportare un cambiamento, far capire che è necessario un cambiamento, favorire il cambiamento.

Le formule magiche? Le ho imparate tutte, ma… non funzionano!
Perché le persone sono sempre un’altra cosa. Persone ed aziende sono sempre come non te le aspetti; ma questa è la sfida più affascinante.
E, dimenticavo, non si può vendere nulla che qualcuno non abbia già comprato.

E comunque questo blog non vende nulla.